Dal Corriere della Sera del 22 Agosto 2013:
“Dei 50 mila palazzi di Milano, 20 mila sono imbrattati da graffiti (fonte Assoedilizia) e non parliamo di murales , ma di scarabocchi, non di street art , ma di vandalismo. Al primo maggio 2015, giorno di inaugurazione di Expo, mancano 617 giorni. Per cancellare tutte le scritte entro quella data e offrire ai visitatori stranieri un’immagine decorosa della città bisognerebbe ripulire 32 palazzi al giorno. Tutti i giorni, compresi sabato e domenica, Natale, Capodanno, Pasqua, Ferragosto e ogni altra festa comandata. Tutti i giorni al lavoro con detergenti e cannoni ad acqua per lavare dai muri il segno di chi vorrebbe tramandare ai posteri la firma della propria stupidità. Sarebbe un’impresa impegnativa e costosa; difficile, ma possibile. Però inutile. Perché il cretino, a differenza del bandito, non si riposa mai e tornerebbe a sporcare di notte ciò che è stato pulito di giorno.
Nulla sembra funzionare contro queste cavallette della vernice spray che attraversano la città imbrattando ogni cosa. Nel 1982 due criminologi americani, James Q. Wilson e George Kelling, elaborarono la «Broken windows theory», la teoria delle finestre rotte, secondo la quale se le persone si abituano a vedere una finestra rotta, si abitueranno a vederne rompere altre e a vivere in un ambiente devastato da teppisti e vandali senza reagire. Riparando subito la finestra, invece, le persone impareranno a considerare «normale» la legalità partendo appunto dalle piccole cose. Vari esperimenti dimostrarono che la teoria era efficace: se c’è un cumulo di rifiuti, presto ne porteranno altri, mentre su un marciapiede pulito è più difficile che qualcuno, per primo, scarichi dell’immondizia.
Purtroppo con i graffiti quella teoria non funziona. Un muro appena ripulito scatena l’ossessione compulsiva di chi non può fare a meno di marcare il territorio con la bomboletta di vernice; lo fanno anche gli animali, ma in un altro modo. Arrivare per primi a «firmare» una parete intonsa è titolo di merito fra questi specialisti dello scarabocchio e quindi si scatena la corsa.
Si dirà che non bisogna prendersela perché tutte le grandi città del mondo sono imbrattate, chi più, chi meno, dai graffiti. Ecco, il problema è che Milano è fra i «chi più». Siamo addirittura diventati una meta internazionale per il turismo vandalico perché è passata la voce che qui non si rischia nulla. Qualcosa però sta cambiando: i vigili hanno intensificato i controlli e hanno avviato indagini più sofisticate con l’analisi delle immagini e la creazione di una «banca dati» dei graffiti. Ma i vigili da soli non bastano. Il danno economico e di immagine provocato da questi vandalismi meriterebbe sanzioni adeguate. In primo luogo un risarcimento economico (a carico delle famiglie nel caso di minorenni): se hanno i soldi per comperare la vernice spray, li trovino anche per pagare le riparazioni. E poi un po’ di lavoro socialmente utile, meglio se faticoso, meglio ancora se finalizzato alla pulizia dei muri imbrattati. Perché forse la stupidità non si può guarire, ma una terapia energica può sicuramente aiutare a contenere i sintomi.”
P. propone una soluzione facile, veloce ed ecosostenibile per la pulizia dei graffiti:
REMOVER BARRIER che eliminano completamente il graffito e permettono di non dover dipingere nuovamente il muro ma semplicemente di lavarlo con acqua.